venerdì 30 marzo 2012

Susanna Tamaro:Il pianto degli agnelli e il dolore del mondo

Leggete questa splendida lettera di Susanna Tamaro,
qualunque sia la vostra opinione a riguardo...
perchè i lamenti del vostro cuore,qualunque sia la loro origine,
non diventino rumori di fondo...

La Pasqua si avvicina. Gli scaffali dei supermercati sono un trionfo di uova di cioccolata di ogni dimensione, di colombe con tutte le possibili varianti — con uvetta, senza uvetta, ricoperte di cioccolata, con lo zabaione — per accontentare i gusti più stravaganti. Da qualche anno poi, alle più tradizionali colombe, si sono affiancati dolci a forma di campane e di agnelli, anche questi in svariate versioni. Per chi vive in campagna, e ha lo sguardo abituato ad osservare ciò che succede nella realtà circostante, la Pasqua è quel momento in cui le gemme sui rami iniziano a ingrossarsi e i peschi e gli albicocchi, spesso temerariamente, schiudono i loro fiori. Le prime lucertole si svegliano e il loro fruscio si sente in prossimità dei muretti mentre le uova dei rospi, avvolte a migliaia da una lunga collana gelatinosa, ondeggiano tra le piante dei laghetti. Nel sottobosco spuntano le primule, le violette, i crochi, le pervinche e il mesto pigolio invernale degli uccelli si trasforma nella grande sinfonia che prelude al corteggiamento.
Il periodo che precede la Pasqua è il periodo in cui la vita si muove nuovamente verso la sua pienezza e, con questa sua forza oggi così poco compresa, spinge anche noi a rinnovarci, ad abbracciare con una nuova visione lo scorrere incerto della vita. Anche molti animali partecipano a questo rinnovamento. La maggior parte dei capretti e degli agnelli nascono con la luna piena di febbraio e, dopo i primi giorni di timidezza trascorsi zampettando dietro l'ombra rassicurante della madre, si lanciano in corse scatenate con i coetanei del gregge. Chi non ha mai visto gli agnellini giocare, non avrà mai un'immagine chiara della gioia che può pervadere la vita. Si inseguono in gruppi, sterzano, cambiano direzione, saltellano sulle zampe anteriori e posteriori, se c'è un punto più alto nel pascolo, una roccia, un tronco abbattuto, un fontanile, fanno a gara a saltarvi sopra e questo per loro è il massimo divertimento, e poi di nuovo riprendono a rincorrersi, ogni tanto si affrontano e si caricano a testate, simulando l'età adulta. Poi le madri li richiamano, e allora è tutto un correre, un raggiungere con misteriosa abilità, tra la folla del gregge, la propria genitrice, uno spingere con testa, un vibrare di codine soddisfatte. Sul pascolo scende allora il tenero silenzio della poppata.

Ma poi un giorno, poco prima della Pasqua, mentre gli agnellini pan di spagna sorridono invitanti sui banchi dei supermercati, nelle campagne arrivano i furgoni e caricano i piccoli delle pecore e delle capre. La gioia se ne va dai pascoli e subentrano gli strazianti belati delle madri che per tre giorni corrono incredule da un lato all'altro chiamando a gran voce le loro creature con le mammelle gonfie di latte. Poi, dopo tanta agitazione, sulle campagne scende il silenzio e i pascoli tornano ad essere delle distese brulle in cui i corvi zampettano tra le madri svuotate dal dolore. Intanto gli agnellini, avvolti nel cellophan, sono arrivati nei banconi dei supermercati: interi, a pezzi, o solo la testa, che pare sia una prelibatezza. Non posso non sussultare quando vedo, schiacciati dalla pellicola, quegli occhi opachi e quei dentini che già strappavano la prima erba.
 
L'altro giorno mi ha chiamato un'amica che lavora vicino al mattatoio.
«Mi sono messa i tappi, ma non serve a niente. Vengono scaricati ogni giorno, a centinaia, e urlano con voci da bambini, disperate, rauche, in preda al terrore, ma, a parte me, nessuno sembra farci caso. In fondo ogni anno è così. È la vita, è la tradizione, è Pasqua e questo è il rumore della Pasqua». Già, perché la Pasqua è soprattutto un pranzo tradizionale, una mangiata di quelle che si fanno di rado, con l'abbacchio trionfante in mezzo alla tavola, un abbacchio ridotto a prelibatezza culinaria, a segno di una cultura gastronomica mai tradita, spogliato da ogni valenza che superi il tratto gastrointestinale. 

Ma in quei belati, in quelle urla, in quella vita che è pura innocenza, non è forse celata la domanda più profonda sul senso dell'esistere? Perché la morte irrompe e devasta, senza guardare in faccia nessuno. Nella nostra società così asettica e così impregnata di onnipotenza, lo dimentichiamo un po' troppo spesso, ma dimenticare l'ingombrante presenza della morte vuol dire abdicare, fin da principio, al senso della vita.

Quando la morte scende su uno dei miei animali, gli altri fanno dei lunghi giri per non avvicinarsi al corpo, per non guardarlo e, per qualche giorno, il loro comportamento cambia, diventa stranamente assente, come se qualcosa, al loro interno, all'improvviso avesse cominciato a vibrare in modo diverso. La contemplazione della morte non può non provocare un profondo senso di timore, timore per quell'occhio brillante che improvvisamente diventa opaco, per quel vivo tepore che si trasforma in fredda rigidità. È per questa ragione che tutte le culture dell'uomo hanno sviluppato dei rituali di macellazione per rendere questo passaggio meno temibile — temibile per l'animale, ma temibile soprattutto per noi, temibile per la potenza evocativa racchiusa nel sangue che scorre.

Ma in una società come la nostra, totalmente profana, in cui nulla è più sacro e gli unici timori concessi sono legati alla materia, la catena di morte del macello non è che una realtà tra le altre. Le urla degli agnelli sono un rumore di fondo, uno dei mille rumori che frastornano i nostri giorni.

E forse non sapere ascoltare questo lamento è il non saper ascoltare tutti i lamenti — i lamenti delle vittime delle guerre, dei malati, dei bambini torturati, uccisi, delle persone seviziate, abbandonate, dei perseguitati, di tutte quelle voci che invano gridano verso il cielo.
È anche il non saper ascoltare il nostro lamento, di persone sazie, annoiate, risentite, incapaci di vedere altro orizzonte oltre quello del nostro minuscolo ego, incapaci di interrogarci, di affrontare le grandi domande e di accettare il timore che, da esse, inevitabilmente deriva. Sdraiati sul comodo divano della teodicea, continuiamo a ripetere che Dio non può esistere perché permette il male degli innocenti e questo assunto ci placa, ci quieta, ci mette dalla parte della ragione, proteggendoci dall'insonnia delle notti e dall'angoscia straziante del dolore del mondo.

Quanti orrori — e quanti errori — derivano da quest'immagine di Dio onnipotente, da quest'idea di un Dio con la barba, seduto su una nuvola, parente stretto di Zeus, con i fulmini in mano, pronto a scagliarli sugli empi della terra.

L'onnipotenza di questa società ipertecnologica, non deriva forse proprio da questo?
Dio non è onnipotente, come ci aveva promesso, e dunque diventa nostro compito assumerci l'onnipotenza, raddrizzare le cose storte in cose dritte, creare il paradiso in terra, un paradiso in cui la giustizia finalmente trionfa, grazie alle nostre leggi.

Il paradiso in terra però, come già abbondantemente ci hanno mostrato le tragedie del Novecento, ben presto si trasforma nel suo opposto perché, quando l'uomo crede di agire unicamente secondo i principi assoluti della ragione, sta già srotolando un reticolato e prepara potenti luci al neon per illuminare ogni angolo della prigione.

Forse il pianto delle migliaia di agnelli immolati per routine consumistica in questi giorni non è che il pianto di tutti i milioni di vite innocenti che ogni giorno in modi diversi, da che mondo è mondo, vengono stritolate dal male.

 E quel pianto che si alza verso il cielo senza ottenere risposta, ci suggerisce forse che il passaggio, la vera liberazione — la vera Pasqua — è proprio questa. Sapere che Dio non è onnipotente, ma, come Agnello, condivide la stessa nostra disperata fragilità.

E solo su quest'idea — sull'idea che condividiamo la fragilità, che le tue lacrime sono le mie e le Sue sono le nostre — si può immaginare un mondo che non scricchioli più sotto il delirio dell'onnipotenza ma che si incammini nella costruzione di una vera umanità. 


Grazie a Susanna Tamaro
28 marzo 2010

mercoledì 28 marzo 2012

L'amore non ha specie:Una Pasqua serena e piena d'amore per tutti!

Affinchè la Pasqua sia una giornata serena per tutti....
e un modo per riflettere...


Isaia (1.5):
Disse il Signore: "Mi avete sacrificato un gran numero di ovini e di bovini, ma a me non da piacere il sangue dei manzi, degli agnelli o dei capretti; quando voi alzate le mani, Io distolgo gli occhi da voi e quando pregate non vi ascolto, perché le vostre mani sono sporche di sangue."

..qualunque sia il vostro pensiero guardate l'altro senza pregiudizi...

martedì 27 marzo 2012

Agnello di Dio:Gesù rende omaggio alla vita non alla morte



Chi è vegetariano il problema non se lo porrà nemmeno,per chi invece è onnivoro magari si.
Non perchè ci siano specie più importante di altre (lo specismo è un vicolo cieco molto pericoloso che troppo spesso a portato a stragi e dolore) ma perchè sacrificare un'altra vita in nome di una tradizione o di un vincolo religioso è un errore.

Per gli ebrei la Pasqua ricorda la liberazione del popolo giudeo dalla schiavitù egizia, quando l'angelo inviato da Dio evitò di colpire i primogeniti di chi aveva segnato la propria abitazione con il sangue dell'agnello immolato.Mentre nella credenza cristiana celebra la resurrezione del Cristo;ecco dunque che l'agnello immolato e sgozzato fa la sua comparsa anche nella tradizione cristiana,per volere del Buon Pastore.

In realtà non vi è nessuna traccia di questo volere da parte di Gesù,anzi la letteratura cristiana è chiara sul fatto che le persone di alta spiritualità,come il Cristo non mangiavano carne -e men che meno- si sarebbero recate al tempio per il rito tutto ebraico d'immolare l'agnello,per di più davanti a quei sacerdoti combattuti più volte con la parola e l'esempio,quei farisei che,complice la ragion di stato romana,lo condannarono sulla croce.

Cristo caccia i falsi sacerdoti dal Tempio e libera colombe,guarisce gli ammalati,perdona le prostitute e ,durante la sua vita terrena,mostra sempre l'immagine di un uomo (e forse di un Dio) misericordioso che evita spargimenti di sangue e che rispetta gli esseri del creato.

Il cenacolo dove si svolge l'Ultima Cena è offerto al Cristo perseguitato,assieme ai suoi discepoli,dagli Esseni che chiedono il rispetto assoluto delle loro regole,fra le quali il divieto di sacrifici animali.
Gli Esseni,che non frequentavano il tempio e rifiutavano di immolare gli animali,chiamavano la loro Pasqua "florita",perchè le tavole erano imbandite di frutta,germogli e prodotti della terra.

Nell'Ultima Cena sono due gli alimenti di cui il Cristo parla:il pane e il vino.

Nessun agnello,dunque,nella vera tradizione religiosa cristiana.Mangiare agnello pensando di compiere un atto devozionale è antistorico e soprattutto indice di una barbarie che riporta al tempo dei sacrifici cruenti.

Gesù Cristo, ci raccontano i Vangeli, presenta agli apostoli il pane come suo corpo da mangiare (Lc.22,19: "Questo è il mio corpo dato per voi" Gv.1,29: "Ecco l'agnello di Dio"). Gesù non ha bisogno di agnelli da sgozzare per iniziare il rito della Pasqua, così come il sacerdote non ha bisogno di brandelli di carne sanguinante per annunciare la Comunione. "Prendete, questo è il mio corpo e questo è il mio sangue". E nelle mani ci sono solo pane e vino.

Diceva Bernard Show che "nel nome delle tradizioni si commettono i crimini più atroci"
Buona Pasqua a tutti con colombe e uova di cioccolata!

Grazie ad Oscar Grazioli (Fonte: qui e qui )

lunedì 19 marzo 2012

Ciao caro amico Otto .....già ci manchi...


Oggi un nostro piccolo amico è salito in cielo...
il nostro cuore è volato con lui...
ciao caro Otto...

“Amico mio, la mia eredità non è fatta di beni materiali,
ma resteranno tuoi per sempre l’allegria, la gioia di vivere,
 il rispetto che spero di averti insegnato in tanti anni di vita in comune.
Se sono riuscito a spiegarti cos’è l’amore di un cane
e tu sarai capace di regalare un amore che gli assomigli anche solo un pò
- a qualsiasi essere vivente, uomo o animale che sia -
spero di averti lasciato un bene inestimabile e scodinzolerò felice tra le nuvole.
Una raccomandazione: non provare a dimenticarmi, non ci riusciresti…
e non dire: “Basta animali, ho sofferto troppo”;
se lo dicessi, vorrebbe dire che non ti ho lasciato nulla.
Se ti ho insegnato l’amore dimostramelo, offrendolo ad un altro animale:
ti darà anche lui tenerezza, allegria ed ancora amore.
E alla fine ti lascerà un testamento come questo.
Così senza accorgertene, continuerai ad imparare e crescere,
ed un giorno ci ritroveremo tutti insieme in un unico paradiso,
 perchè non c’è un Paradiso per gli uomini ed un Paradiso per gli animali,
ce n’è uno solo per tutti quelli che hanno imparato ad amare”.
Arrivederci amore.....

sabato 17 marzo 2012

Un nuovo arrivato in famiglia!

Diamo il benvenuto a Jack!!


E' l'ultimo arrivato della nostra famiglia...


...non è bellissimo?


Ora è la nostra mascotte :)

giovedì 15 marzo 2012

Cani assasini...Attenti all'uomo!

In questo periodo si ritorna a parlare degli attacchi di alcuni cani contro le persone.Purtroppo è un evento che soprattutto in Italia ciclicamente riappare,ma la disinformazione è altissima.

Creare il panico è la strada più semplice e non costa alcuna fatica,al contrario risolvere la situazione significa impegno e costanza,ma sopratutto porta ad uno scrupoloso esame di coscienza da parte di tutta la cittadinanza.

Perchè se è vero che queste terribili tragedie accadono,è altrettanto vero che la causa è da ricercare nelle abitudini dell'uomo e non nell'aggressività degli altri animali.


-Quando si decide di non sterilizzare i propri cani (maschi e femmine) così da permettere per una distrazione o per scelta di far procreare il proprio cane,mettendo al mondo tanti bei cucciolotti che poi non si riescono più a gestire e magari si danno in adozione con facilità.
-Quando irresponsabilmente ci si macchia di una reato penale decidendo di abbandonare il proprio amico.
-Quando si tengono in situazioni precarie.
-Quando non si educano e non si amano.
-Quando si portano alla schiavitù,maltrattandoli o addirittura usandoli per i combattimenti.
-Quando si ignorano.

Bisogna sempre tenere bene a mente che un cane è un amico a cui bisogna dedicare attenzioni ed amore;conoscendolo a fondo ed educandolo correttamente avremo accanto a noi un amico ineguagliabile.

Aiutate le associazioni della vostra zona a salvare questi gruppi di disperati.
Educate i vostri figli ad un sano,responsabile e rispettoso comportamento con il resto della natura.
Denunciate chi maltratta gli animali.

Se vi doveste trovare davanti ad uno di questi branchi:
Non correte
Non parlate
Non toccateli ne provate ad avvicinarvi
Non fissateli negli occhi
Rimanete calmi e inoffensivi.
Spesso i cani in questo stato hanno paura e per reazione potrebbero mordere nel tentativo di difendersi.Alcuni attegiamenti che l'uomo può fare nel tentativo di tranquillizzarli possono essere interpretati come minacce da loro

Non basta ignorarli e relegarli in un angolo
nella speranza di farli sparire,
bisogna prendersene cura..
da loro si capisce il livello di civiltà del nostro paese

mercoledì 7 marzo 2012

Teneri cuccioli da caccia in cerca di casa...


Queste meraviglie sono nate il giorno 8/2/2012
sono 9 maschi e due femmine figli di un drhatar e un altro cane tipo da caccia ma non puro
Saranno di taglia media,forse tendente al grande.

Se ve ne siete innamorati (come darvi torto!) e volete conoscerli..
  cliccate nella ---> Pagina Adozioni e
compilate il modulo indicando il numero RIF AD 72

lunedì 5 marzo 2012

Achille: abbandonato dopo 10 anni...ora aspetta te!


Achille...
Come non provare tenerezza di fronte ai suoi occhietti spaesati?
Di fronte a quel visino che continua ad aspettare?




Achille...
amico fedele per tutta una vita...e si ritrova abbandonato a 10 anni!
Si...ha 10 anni questo piccolo amore, 10 anni ma non li dimostra per niente...


Achille è praticamente perfetto, ha sempre vissuto in casa, abituato al guinsaglio, a stare in appartamento...è dolcissimo, ma non invadente...bello, buono...ma tanto triste nel box...


Lui è abituato alla libertà...Alla vita in casa, insieme alle persone...
Quando ho aperto la porta del suo box per entrare...nei suoi occhi, per un momento, si è riaccesa la speranza...
Quella speranza di uscire, vivere di nuovo in casa...e dare tanto amore...questa volta ad una persona che non potrebbe mai abbandonarlo!


Vi prego...Tiriamolo fuori in fretta...è tenerissimo e soffre a stare rinchiuso! Si trova a Napoli ma vi raggiunge in tutto il centro e nord Italia per una bella adozione con controlli pre e post-affido e modulo di adozione.

Grazie Adele e Ramona






Se volete conoscerlo cliccate nella ---> Pagina Adozioni e

compilate il modulo indicando il numero RIF AD 71

venerdì 2 marzo 2012

Petizione per salvare i cani della prateria


Giriamo l'appello di una volontaria:

PER FAVORE, firmate entro il 5 MARZO contro la strage del 5 marzo dei cani della prateria?

Carissimo/a, lunedì 5 marzo in Colorado avveleneranno centinaia di cani
della prateria, tanto per liberare dei terreni che servono agli umani...
naturalmente!! Per favore, ti va di firmare questa petizione per tentare di
evitare questa strage?? Ma bisognerebbe farlo subito, lunedì è molto vicino
e mancano ancora 300 firme!
Questo è il link della petizione:
http://www.change.org/petitions/mayor-and-trustees-of-the-town-of-frederick-reconsider-inhumane-removal-of-prairie-dogs

Per quelli di voi che non conoscono l'inglese, ho messo qui sotto la
traduzione del questionario da riempire...
Name = nome
Surname= cognome
Address= indirizzo
Country= stato di residenza (Italy)
Code= codice avviamento postale
e-mail, ovviamente il vostro indirizzo mail...
Poi c'è scritto SIGN (firma), ci clikkate sopra e compare SIGNING, cioè
dicono che state firmando...
Poi se volete, per capire se avete firmato, premete su "ABOUT THIS
PETITION". In fondo in fondo c'è la lista delle persone che hanno votato.
Un grazie di cuore da parte dei poveri cani della prateria!
Mayor and Trustees of the Town of Frederick: Reconsider inhumane removal
of prairie dogs


giovedì 1 marzo 2012

Stallo urgente per 3 cuccioli tg medio piccola


Questi piccoli sono stati trovati in mezzo alla neve vicino Frosinone.
Erano in 5 ora sono in 3 non sappiamo che fine abbiano fatto gli altri.
Sono in pericolo di vita, e dobbiamo trovargli uno stallo urgentissimo!
SI CERCA STALLO ANCHE SEPARATO SOLO SU ROMA E DINTORNI
Sono futura taglia medio piccola, splendidi con gli occhi azzurrissimi..
Non possiamo lasciarli lì vi prego di aiutarci!!
 
Se siete interessati cliccate qui:Pagina Adozioni e indicate numero 70
 
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