mercoledì 14 novembre 2012

Manifestazione davanti sede dell'A.M.A. contro strage gattini

 
MANIFESTAZIONE A ROMA VENERDI' 16/11/2012
ORE 11:00
DAVANTI ALLA SEDE DELL'AMMINISTRAZIONE DELL'A.M.A.
IN VIA CALDERON DE LA BARCA 87
 
Per info e adesioni:-> Feder F.I.D.A o contattate noi
 
 
La storia:
Roma- Rocca Cencia, il massacro dei gatti. Micetti scaraventati sul pavimento e lasciati lì agonizzanti. Uccisi per gioco, tra le risate, per vedere che effetto fa. È un operaio dell'Ama sui 50 anni a essere chiamato in causa da un ex collega, in questa nuova puntata sulle attività «extra» nella municipalizzata. Lo scenario è l'impianto «Ama 2» per il trattamento dei rifiuti, già salito alla ribalta per i video sull'uso di cocaina e i furti di rame. Qui, a Rocca Cencia, ultimo lembo di periferia est fuori da ogni controllo, i felini sono attirati a schiere, da sempre, dal lezzo dell'immondizia.
È lo scorso 18 febbraio, ore 10,30. Il dipendente accusato scopre 4 mici appena nati vicino al nastro per la selezione dei rifiuti. Ne prende uno grigio, lo soppesa sul palmo. Poi, con gesto di sfida, lo scaglia a terra, uccidendolo all'istante. Ora sta per afferrarne un secondo... Ma un addetto più giovane, inorridito e indignato, tenta di bloccarlo. «Fermati, pezzo di m..., non si trattano così gli animali!».
Il lanciatore di gatti reagisce: «Attento, ti faccio fa' la stessa fine!». L'aggredito, spaventato, fa dietrofront. E, sulla schiena, sente un colpo secco. Non è un pugno: è un'altra bestiola che gli è stata lanciata dietro per sfregio. La ricostruzione, attimo per attimo, è nella denuncia presentata ai carabinieri di San Vittorino: «Purtroppo anche questo gattino moriva immediatamente...».
Ma non era finita. Insulti, grida. Parte il pestaggio: l'amico dei mici, addetto di 2° livello, padre di un bimbo di un anno, a Rocca Cencia dal 2011 dopo aver lasciato gli studi universitari di Lettere «perché io, mia moglie e mio figlio dovevamo pur mangiare», ha la peggio. «Colpendomi con il gomito, mi provocava un graffio alla zigomo. Dopodiché mi faceva battere con la nuca alla parete». Il ferito piange, è terrorizzato. «Temendo di perdere il posto, con un pezzo di carta rimuovevo il sangue dell'animale morto dalla mia felpa e continuavo a lavorare. Dopo un po' ho parlato con il capoturno, "sono stato menato per difendere i gatti", gli dico, e lui mi ha risposto: "Si vede che te lo meritavi"...». Arriva un'ambulanza, lo portano all'ospedale di Tivoli: il referto parla di trauma cranico, lesioni al volto, crisi di panico. Cristian Castaldi, 26 anni, assunto in Ama attraverso l'agenzia Manpower, oggi
è disoccupato. «Da quel giorno è iniziata una trafila vergognosa. L'unica preoccupazione è stata mascherare l'accaduto, coprire le responsabilità. L'Ama ha scritto in un rapporto che i 4 mici erano stati trovati già morti, ma non è vero. Un collega ha preso i due superstiti e a uno gli dà ancora da mangiare. Ma a me, intanto, mi hanno licenziato». La lettera di «recesso» della Manpower risale al 5 settembre. «Stante l'impossibilità di adibirla ad altra mansione, il suo contratto è risolto...».
Fonte: Corriere.it




Siamo pronti a difenderli.. ti va di darci una mano?



1 commento:

  1. A persone del genere nn auguro nulla...attendo un bel tumore alla prostata...possibilmente in stadio terminale...

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